Data escursione: 09.02.2022
Partenza: Monti di San Carlo
Arrivo: -
Tipologia: -
Difficoltà: Media
Lunghezza: 10 km
Tempo richiesto: -
Acqua lungo il percorso: 1
Ero davvero indecisa se pubblicare o no questa escursione, perchè mi sono ritrovata in una situazione che mai avrei creduto potesse succedermi.. ma voglio raccontare l'accaduto, perchè ho fatto degli errori e magari aiuteranno altri a non ritrovarsi nelle mie condizioni, o peggio.
Mercoledì scorso, giorno libero e finalmente si prospettava una giornata perfetta con tanto sole e niente vento.. quindi per una bella escursione con i miei cani!
Come sempre i giorni precedenti pianifico la mia gita, controllo la meteo, guardo la cartina più volte, mi assicuro che tutto sia a posto.
Sveglia quindi di buon mattino, per arrivare non troppo tardi ai Monti di San Carlo (GR), dove inizia la nostra avventura. Da questi stupendi monti (1190m) prendo il sentiero che va in direzione "Giova", che poi in mezzo al bosco fa una deviazione in direzione "Prepiantò" (1470m). Da qui si prosegue in direzione "Capanna Brogoldone". Fino a qui, anche se in salita, il sentiero è piuttosto semplice, con poca neve. Poco prima di arrivare all'Alp de Martum c'è una piccola radura con vista sul Piano di Magadino, decido di mandare un selfie al mio moroso per salutarlo e gli dico da dove sono partita e qual'è la mia meta. Dopo pochi metri un cartello in legno segna la direzione "Piz de Molinera", è dipinto con i colori bianco-blu, ovvero traccia alpina. Decido di salire da qui, avevo già visto sulla cartina che c'era una traccia, anche se non ufficiale, ma fino in cima questo sentiero è intuibile e piuttosto ben segnato e ne vale la pena: il primo pezzo è tra bosco e rocce, ma quando si arriva sulla cresta (non ci sono punti esposti! è piuttosto larga!) il panorama è davvero pazzesco e ti accompagna fino alla vetta. Anche questo sentiero non è per niente complicato!
La vista dal Piz de Molinera (2288m) è splendida: si vede tutto il Piano di Magadino, il Pizzo di Claro e l'inizio della Val Calanca. Faccio una pausa lunga (forse troppo!) ma è talmente una bella giornata che mi dispiace scendere. Come avevo previsto i giorni precedenti, scendo verso il Passo di Mem, la neve inizia ad essere più alta, ma non ci faccio troppo caso.
Arrivata al Passo di Mem (2192m) vedo la prossima tappa, l'Alpe di Mem. Inizio la discesa: le condizioni iniziano a complicarsi: mi ritrovo a sprofondare all'inizio in 50cm di neve, poi anche 1m. Non sono sicura di aver preso la decisione giusta. Mi volto e penso "posso tornare indietro e scendere dall'altro lato, passando dalla Capanna Brogoldone." Guardo l'ora, guardo dov'è il passo, mi sembra lontanissimo, sono già le 15.30 e ho ancora un bel pezzo di sentiero. Penso che questa sia comunque la via più breve. Finalmente dopo essermi fatta strada in questa pazzesca distesa bianca arrivo all'alpe (1950m), dove intravedevo dei pezzi di prato. "Bene, il peggio è passato." penso.
Sono le 16.30. La batteria del mio telefono è al 10%, decido di mandare un messaggio vocale al mio compagno, spiegando la situazione, dicendo dove mi trovavo e che probabilmente arriverò più tardi del previsto. Mi incammino verso i Monti di San Carlo, ma la neve invece che diminuire è sempre di più. Non posso tornare all'Alpe, devo andare avanti, arrivare al bosco, dove inizia il pendio e la neve è più bassa. I colori del tramonto si fanno sempre più vividi. Stanca, con i piedi bagnati e freddi, arriviamo finalmente al bosco, dove la neve per fortuna diminuisce. Sono le 18.30, guardo la cartina per capire che direzione prendere, il telefono si spegne. Ora è buio. Prendo la pila frontale, mi guardo attorno, vedo un segno bianco-rosso su un albero, lo seguo, come ho fatto finora. Faccio qualche metro, ma non vedo più segni. Provo a scendere, magari uno lo troviamo: niente.
Senza troppi dubbi decido che è meglio fermarsi. Ma torno sul sentiero, se qualcuno viene a cercarmi almeno mi trova... Intanto, aspetteremo l'alba. Cerco un riparo sotto un grande abete, dove non c'è neve. I cani sono bravissimi, capiscono che ci fermiamo, si acciambellano sul terreno e cercano di scaldarsi. Io mi metto in mezzo a loro, cercando di prendere un po' del loro calore. Per fortuna sono vestita bene e non ho troppo freddo, ma più passa il tempo, più i miei piedi bagnati e ormai fermi mi sembrano inizino a gelare, e tutto il freddo mi sale nel corpo. Tremo ma cerco di calmarmi, di non pensarci, altrimenti è peggio. Un po' mi appisolo, un po' mi alzo e mi muovo per far circolare il sangue. Mangio una barretta e un po' di frutta secca. Bevo piccoli sorsi dell'acqua rimasta per tenerla da conto, la neve purtroppo disidrata, non è un'opzione. Non sono spaventata, ma inizio a pensare che sarà una notte molto difficile. Verso le 20.30 sento un elicottero, penso siano i soccorsi. Accendo la pila frontale e la muovo per segnalare la mia posizione. Ma il velivolo è lontano, non mi vedono, chissà chi era. Stessa cosa verso le 22.00. Alla 1 il suono dell'elicottero è molto più vicino: capisco che è la Rega. Sono venuti a prenderci!
Segnalo la mia posizione con la pila, e la scena è come quella dei film: tra gli alberi il fascio della luce dell'elicottero si fa sempre più vicino, non può atterrare ma il medico si cala con il vericello, viene subito verso di me e si accerta delle mie condizioni: sto bene, ma ho freddo. Mi spiega che l'elicottero andrà a prendere l'alpinista, di modo che arrivi con gli imbraghi per i cani e li possa trasportare. Poi lui porterà me. Mi chiede se sono in grado di guidare, se posso tornare a casa o se preferisco andare in ospedale. Gli rispondo che ho solo bisogno di scaldarmi, ma poi posso rientrare da sola. L'elicottero torna con l'alpinista, mettiamo gli imbraghi ai cani e li trasportano dove avevo lasciato l'auto. Poi è il mio turno. Il volo è breve, ero quasi arrivata in fondo. Arrivata all'auto c'è anche la polizia, di prassi in questi casi, mi fanno scaldare nel loro veicolo e mi riprendo. Il medico della Rega si accerta ancora una volta che io stia bene e con il mio "sì, va tutto bene." torna sull'elicottero. Dopo aver lasciato i miei dati alla polizia, riprendo l'auto e torno a casa dove mi aspettano Alessandro (il mio compagno) che grazie al cielo ha chiamato i soccorsi, e Davide, mio fratello.
CHE AVVENTURA PORCA MISERIA!
Tutte le volte che ci penso, mi sento in colpa.
Mi dispiace che il mio compagno e mio fratello siano stati terribilmente in pensiero e di aver dovuto allertare la Rega e la Polizia pur non essendo ferita, che ringrazio di cuore per la gentilezza e la professionalità!
Ho preso una decisione stupida e me ne rendo pienamente conto (scendere in una vallata Nord)! che poteva avere conseguenze peggiori, per me, ma anche per i miei amati cani!
Altra cosa grave: non avere un power bank (la batteria di scorta, il giorno dopo ho ordinato questo!). Avrei potuto seguire la cartina e arrivare all'auto, o chiamare io stessa i soccorsi. Ma soprattutto avvisare Alessandro che stavo bene!
In compenso posso essere però contenta di sapermi vestire quando vado in montagna, anche se era una giornata calda avevo leggings e maglia termica, pile, piumino, pantaloni e giacca softshell (anti-vento) e sempre con me nello zaino: fascia per le orecchie o cuffia, guanti, pila frontale, snack di scorta e coltellino (anche se per fortuna questo non l'ho usato..).
Comments